CIRCOLARE 18-07-12: aggiornamento normativo in materia di End Of Waste

 

Vi comunichiamo che Unionplast ha negli scorsi giorni presentato al Ministero dell’Ambiente ed alla Commissione UE le proprie osservazioni riguardo la bozza contenente i criteri di definizione degli End of Waste in plastica.

Vi segnaliamo il seguente link per scaricare il documento di lavoro in materia:

http://susproc.jrc.ec.europa.eu/activities/waste/documents/Plastics2ndworkingdoc23may2012.pdf

La futura nozione di EoW conterrà, mediante regolamento comunitario, i criteri per determinare quando i rifiuti di plastica cessano di essere rifiuti.

Ricordiamo che la nuova definizione di rifiuto disciplina in due parti distinte l’ingresso e l’uscita di una sostanza dalla categoria dei rifiuti. La prima parte – dedicata all’origine del rifiuto – riprende sostanzialmente l’art. 1, lett. a della direttiva 2006/12/CE (art. 3, comma 1). La seconda parte contiene invece l’elemento più originale, affrontando per la prima volta in modo diretto la cessazione dello status di rifiuto (end of waste). L’art. 6, comma 1 stabilisce quattro requisiti generali che un rifiuto deve soddisfare al termine dell’operazione di recupero per non essere più considerato tale. In particolare il prodotto così ricavato deve:

a) offrire un utilizzo comune per determinati scopi specifici;

b) avere un mercato o una domanda;

c) soddisfare i requisiti tecnici per gli scopi specifici cui è destinato e rispettare la normativa e gli standard esistenti applicabili ai prodotti; e

d) non comportare con il suo utilizzo degli impatti complessivi negativi sull’ambiente o sulla salute umana.

Questi criteri generali necessitano evidentemente di ulteriori specificazioni per diventare operativi. A questo scopo lo stesso art. 6 prevedeva che la Commissione sviluppasse – attraverso il procedimento della comitologia – criteri comunitari più specifici per l’end of waste (comma 2). Negli spazi lasciati vuoti dalla normativa europea, sarà invece possibile per gli Stati membri decidere “caso per caso” quando un determinato rifiuto cessi di essere tale (comma 4), sempre tenendo conto di quanto indicato dalla giurisprudenza applicabile.

Per fornire il complesso supporto tecnico necessario all’elaborazione di specifici criteri End of Waste riferibili a ciascuna tipologia di rifiuti, la Commissione ha conferito all’Institute for Perspective Technological Studies di Siviglia (IPTS) l’incarico di elaborare questi criteri per alcune tipologie di rifiuti il cui recupero appare particolarmente promettente su un piano ambientale ed economico. Lo scopo principale è di fornire un modello per la successiva attività di normazione comunitaria e nazionale.

Il quadro normativo di riferimento è, oltre alla nuova direttiva quadro sui rifiuti 2008/98, la “strategia tematica sulla prevenzione e il riciclaggio dei rifiuti” elaborata dalla Commissione nel 2005. L’obiettivo concreto ultimo di questi recenti interventi normativi viene individuato nell’incentivazione delle operazioni di riciclo e riutilizzo che rispondano ad un elevato standard di qualità, dimodoché ne risulti un meccanismo di recupero dei rifiuti meno formale il cui esito sia certo per i produttori e sicuro anche agli occhi dei consumatori. La fissazione di uno standard di qualità più elevato per il nuovo meccanismo di end of waste non significa però negare ai materiali che non lo soddisfino la possibilità di essere riciclati o riutilizzati rimanendo soggetti alla disciplina dei rifiuti. La novella si rivolge infatti solo ai materiali che aspirano a diventare prodotti e ad essere soggetti alla disciplina corrispondente.

L’elaborazione di qualsiasi criterio end of waste deve fondarsi su tre pilastri irrinunciabili: i requisiti generali stabiliti dall’art. 6 della direttiva quadro (v. supra); la ratio della nuova disciplina (v. supra) e i dati tecnici raccolti sul flusso di rifiuti preso in considerazione. Tenendo fermi questi punti di riferimento, la metodologia proposta individua una serie di elementi fondamentali della catena di recupero. Sulla base di questi, spetterà poi all’editore dei criteri articolare procedure che pongano l’accento sugli elementi di volta in volta più rilevanti in base alla tipologia di rifiuto considerata.

Il tema è stato oggetto di una riunione tenutasi nei giorni scorsi al Ministero dell’Ambiente, alla quale hanno partecipato i soggetti associativi e consortili aventi titolo in materia (Unionplast, Corepla, PlasticsEurope Italia, Federambiente, Fise).

Seguiranno nuovi contatti a breve, ragion per cui Vi chiediamo, tramite il link di cui sopra, di valutare attentamente i contenuti della proposta comunitaria di EoW, facendoci pervenire i Vostri preziosi suggerimenti.