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mercato verde e aree protette

Mercato verde e aree protette

Corepla, IPPR e Federparchi danno vita in Italia ad una linea di prodotti in plastica riciclata, utili ad arredare le aree protette nazionali. Un esempio di avanguardia di Green Public Procurement

Prodotti in plastica riciclata e ambienti naturali. Un connubio che può sembrare insolito, ma che si rivela invece un matrimonio ben riuscito.
Valorizzare la plastica “rigenerata” facendone oggetti utili ad arredare il sistema dei parchi naturali italiani rientra, infatti, nella logica funzionale dello sviluppo sostenibile. Oltre a ciò  esprime un valore educativo perché lascia un segno visibile – laddove ci sono più ragioni per apprezzare la tutela della natura – della utilità e della finalizzazione concreta di quelle pratiche di raccolta differenziata messe in atto dai cittadini volenterosi.

Protagonisti di quest’operazione sono tre soggetti che hanno firmato nei giorni scorsi a Milano un Protocollo d’intesa che ha lo scopo di diffondere questi prodotti nei parchi italiani. Si tratta di Corepla , il Consorzio nazionale per la raccolta e il riciclaggio dei rifiuti di imballaggi in plastica, Federparchi , la Federazione italiana parchi e riserve naturali, e IPPR , Istituto per la Promozione delle Plastiche da Riciclo.

La “Linea Parchi”

Le sinergie messe in gioco da questi soggetti hanno portato alla nascita della “Linea Parchi”, una gamma di prodotti in plastica riciclata creata appositamente per gli ambienti naturali . Si va dagli arredi più comuni, come panchine, tavoli per pic-nic e fioriere, a quelli meno usuali ma di valore estremamente pratico come portabiciclette, recinzioni, griglie per la realizzazione di spazi in ghiaia ecc.

Il valore aggiunto di quest’iniziativa è dato dalla sua aderenza ai criteri del Green Public Procurement , le cui implicazioni nello sviluppo delle politiche ambientali ne fanno oggi una delle direttrici di marcia di maggiore interesse dell’intera strategia della Politica Integrata di Prodotto (IPP) adottata dall’Unione Europea.

La pratica del Green Public Procurement consiste, infatti, nella possibilità di inserire criteri di qualificazione ambientale nella domanda espressa dalle Pubbliche Amministrazioni in sede di acquisto di beni e servizi. E, trattandosi di un soggetto con forte capacità di spesa, il consumo virtuoso della Pubblica Amministrazione ha ricadute immediate sul cosiddetto “mercato verde” , la cui crescita rappresenta la chiave di volta per orientare i consumi verso traguardi di sostenibilità ambientale.

Il Piano di Azione per gli acquisti sostenibili

Un decreto ministeriale del 2003 richiede che la Pubblica Amministrazione provveda al proprio fabbisogno annuale di manufatti e servizi approvvigionandosi sul “mercato verde” in misura non inferiore al 30%. In attuazione di tale decreto, il Ministero dell’Ambiente si è dotato di un Piano d’Azione che fornisce criteri e strumenti atti a favorire la più ampia diffusione del Green Public Procurement presso le strutture pubbliche. In particolare il Piano, condiviso con una serie di soggetti istituzionali e con le associazioni di categoria più direttamente coinvolte, individua 11 settori di intervento , tenendo conto dei parametri relativi agli impatti ambientali e dei volumi di spesa coinvolti. Quello degli arredi rappresenta il primo settore d’intervento individuato e in questo senso il Protocollo d’Intesa siglato a Milano si pone come una tra le prime iniziative italiane ad allinearsi con quanto contenuto nel Piano d’Azione sugli acquisti sostenibili.

A beneficiarne saranno le aree protette italiane, un sistema che copre quasi il 12% dell’intera superficie nazionale e coinvolge circa 3.000 amministrazioni pubbliche comunali. Con la diffusione di questi prodotti i parchi italiani – ha dichiarato Matteo Fusilli, presidente di Federparchi « potranno ampliare la loro capacità di dare un segnale forte nella direzione della sostenibilità ambientale ».
Ma acquisteranno credito sul mercato anche gli stessi prodotti che, grazie alle innovazioni tecnologiche e ai criteri di lavorazione introdotti nel processo di riciclaggio delle plastiche, possiedono caratteristiche competitive con i prodotti di prima generazione.

Del resto, tra gli scopi di Corepla figura, accanto a quello di aumentare i quantitativi raccolti e riciclati, anche l’obiettivo di migliorare la qualità del prodotto “rigenerato”. Per tale motivo l’entità del corrispettivo riconosciuto ai Comuni che conferiscono i quantitativi ottenuti con la raccolta differenziata, varia a seconda del grado di purezza dei materiali che arrivano al Consorzio.

Angelo Cipro (giugno 2008)

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